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Necropoli di Porta Nocera

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Maggio 4, 2020 by admin

La necropoli si organizza sui lati di una strada che corre parallela alle mura della città. Sono presenti diversi monumenti funerari che esemplificano i modelli di architettura funebre più diffusi tra gli inizi del I secolo a.C., periodo in cui la necropoli inizia ad essere frequentata, e il 79 d.C. Tra questi si segnala la tomba di Eumachia, la sacerdotessa che finanziò nel Foro la costruzione di un edificio. Qui, all’interno di un recinto, è posto l’alto podio sul quale si apre una struttura semicircolare (esedra), all’interno della quale si trova la camera sepolcrale.

Ai lati della tomba di Eumachia sono visibili due tombe con podio sormontato da una edicola che ospita le statue dei defunti. La semplicità caratterizza, invece, le tombe a recinto nelle quali le ceneri dei defunti deposte nelle urne trovano alloggio in fosse terragne o nel basamento del monumento. Le tombe più povere sono indicate dalla presenza di rozzi busti in pietra, detti “columelle”.

Quasi al centro dell’incrocio tra la strada che esce da Porta Nocera e la via sulla quale si dispone la necropoli è visibile il cippo di Titus Suedius Clemens, il magistrato inviato dall’imperatore Vespasiano a sanare gli abusi edilizi compiuti in città dopo il terremoto del 62 d.C.

Fonte: sito web ufficiale del Parco Archeologico di Pompei

Anfiteatro Pompei

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Maggio 4, 2020 by admin

Questo anfiteatro è il più antico tra quelli noti del mondo romano. Costruito nel 70 a.C., poco dopo la deduzione della colonia, per iniziativa dei magistrati Caius Quinctius Valgus e Marcus Porcius che fecero costruire anche l’Odeion. Poteva accogliere fino a 20.000 spettatori provenienti non solo da Pompei ma anche dalle città limitrofe. L’edificio si trova in un’area periferica proprio per facilitare il movimento di un numero così elevato di persone. Scalinate esterne a doppia rampa danno accesso alle gradinate superiori, un corridoio in discesa garantisce quello alle gradinate inferiori. L’arena è separata dallo spazio destinato agli spettatori da un parapetto, affrescato con pitture di soggetto gladiatorio, nella cui parte superiore sono tuttora leggibili iscrizioni con i nomi dei magistrati che fecero costruire le gradinate. Nel 59 d.C. il tifo degli spettatori sfociò in una sanguinosa rissa fra Pompeiani e Nucerini. A seguito di questi disordini il Senato di Roma decise di chiudere per dieci anni l’arena di Pompei, ma il provvedimento venne revocato nel 62 d.C., dopo il disastroso terremoto che colpì la città.

Fonte: sito web ufficiale del Parco Archeologico di Pompei

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Casa della Nave Europa, Pompei

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Maggio 4, 2020 by admin

Come la fullonica di Stephanus e la Casa del Forno anche in questo caso un’originaria abitazione venne trasformata adattando le stanze ad attività produttive e commerciali, in questo caso di tipo agricolo. Nell’ampio giardino venne impiantata la coltivazione di fave, cipolle, cavoli e piante da frutto; un locale era adibito a stalla per animali. Lo splendore e l’alto livello sociale precedenti sono testimoniati dalle monumentali colonne del peristilio e dalle decorazioni parietali conservate in alcuni ambienti, per esempio quello a sinistra dell’ingresso attuale. Oltre le imitazioni di muratura in stucco colorato, notevoli sono le semicolonne nella parte superiore delle pareti, un tipo di decorazione derivato direttamente da modelli greci di III e II sec. a.C., molto raro a Pompei.

Il nome moderno della casa deriva dalla presenza di un graffito inciso sulla parete nord del peristilio, dove si vedono una grande nave da carico chiamata “Europa” affiancata da imbarcazioni di minori dimensioni.

Fonte: sito web ufficiale del Parco Archeologico di Pompei

Fullonica di Stephanus_Pompei

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Maggio 4, 2020 by admin

Questo impianto produttivo era destinato al lavaggio dei panni e alla sgrassatura dei tessuti appena filati, e venne costruito nell’ultima fase di vita della città trasformando la struttura di un’originaria casa ad atrio. Al centro dell’atrio, al posto dell’impluvio, venne collocata una grande vasca, mentre al posto del precedente compluvio venne realizzato un lucernaio per sfruttare la parte superiore come terrazza per l’asciugatura dei panni. Altre vasche furono collocate nel giardino nella parte retrostante della casa.

Quando gli scavatori portarono in luce la fullonica (lavanderia), presso l’ingresso si rinvenne uno scheletro che recava con sé un gruzzolo di monete. Si suppose che si trattasse di Stephanus, proprietario della fullonica noto tramite iscrizioni elettorali, il quale, cercando di sfuggire con gli ultimi incassi, morì durante l’eruzione del 79 d.C. I collaboratori di Stephanus, quasi tutti schiavi, dovevano calpestare per ore tessuti e panni in un liquido contenente urina animale e umana, raccolta in vasi posti lungo le strade e funzionale a trattare i tessuti.

La fullonica è stata oggetto di grandi lavori di consolidamento delle strutture murarie e di restauro degli affreschi, terminati nel 2015. Nella cucina è stato riproposto l’originario allestimento voluto dal direttore degli scavi Spinazzola nel 1916, con la griglia in ferro per la carne ancora appesa alla parete e il vasellame necessario per la preparazione e la cottura degli alimenti, come pentole e treppiedi, disposto sul bancone.

Fonte: sito web ufficiale del Parco Archeologico di Pompei

Tempio di Iside, Pompei

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Maggio 4, 2020 by admin

Il Tempio di Iside apparve agli scavatori quasi intatto nella decorazione e negli arredi, contribuendo in maniera decisiva a far conoscere Pompei nel mondo. Il culto antichissimo della dea egizia si diffuse in tutto il Mediterraneo a partire dal III secolo a.C.; era un culto misterico, cioè riservato agli iniziati. Il mito narra le vicende di Iside che recuperò le parti dello sposo Osiride, ucciso e smembrato da Seth, che ricompose e gli ridiede vita con le sue arti magiche divenendo così la divinità dispensatrice di vita. Il culto era particolarmente diffuso tra i ceti bassi di Pompei, proprio per il messaggio di speranza di una vita oltre la morte. Al centro di un cortile porticato si trova il tempio su alto podio; nello spazio antistante stanno l’altare, la fossa per lo scarico delle offerte ed un piccolo edificio (purgatorium) al cui interno una scala porta al bacino cui attingere l’acqua per le offerte, che si diceva fosse alimentato direttamente dal Nilo. Alle spalle del tempio un’ampia sala era dedicata alle riunioni degli iniziati (ekklesiasterion), mentre in una più piccola (sacrarium) erano visibili pitture che narravano episodi del mito della dea.

Mozart, che visitò Pompei nel 1770 con il padre Leopold, rimase così colpito dal tempio che questo ispirò le scenografie della prima rappresentazione del “Flauto Magico” a Vienna, nel 1791.

Tutti gli arredi e le statue sono esposti al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, ma è possibile rivivere in parte l’effetto originario grazie alla ricollocazione in situ di copie sia degli affreschi che delle statue e degli oggetti nella loro posizione di rinvenimento.

Nell’ekklesiasterion il visitatore può inoltre assistere ad un filmato che racconta come si svolgevano le celebrazioni in onore della dea.

Fonte: sito web ufficiale del Parco Archeologico di Pompei

Teatro Grande, Pompei

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Aprile 30, 2020 by admin

Il Teatro Grande fu realizzato sfruttando il declivio naturale della collina per la costruzione della cavea. La gradinata era divisa da corridoi in tre zone a loro volta suddivise in cinque settori, e poggiava su un passaggio con volta a botte.

Fu costruito intorno alla metà del II secolo a.C. e profondamente restaurato secondo il gusto romano. Un’iscrizione, visibile all’ingresso del corridoio d’accesso est e che costituisce una delle pochissime attestazioni note con il riferimento al nome dell’architectus, ricorda i lavori eseguiti in età augustea da Marcus ArtoriusPrimus. Tali lavori riguardarono la scena e il palcoscenico, l’adozione del velarium, un grande telo utilizzato come copertura per i giorni più caldi e la numerazione dei sedili.

Nel teatro si rappresentavano commedie e tragedie di tradizione greco-romana. Il teatro fu il primo grande edificio pubblico liberato completamente dai depositi dell’eruzione.

Fonte: sito web ufficiale del Parco Archeologico di Pompei

Foro triangolare e Palestra Sannitica_Pompei

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Aprile 30, 2020 by admin

FORO TRIANGOLARE
Il Foro Triangolare, che prende il nome dalla sua particolare forma, sorge su un costone di roccia lavica che dominava la valle e la foce del fiume Sarno e conserva una delle aree sacre più antiche della città databile al VI sec. a.C. Vi si accedeva da Via dei Teatri mediante un vestibolo a sei colonne che ne costituiva la facciata monumentale, preceduto da una fontana pubblica. Il porticato interno fu costruito nel II secolo a.C., e circonda l’area del Tempio Dorico con colonne in tufo. Un doppio recinto rettangolare dinanzi alla scalinata di accesso al tempio è stato interpretato come la tomba del mitico fondatore della città, Eracle. Alle spalle del recinto si trova un pozzo circondato da un edificio circolare (tholos) con colonne doriche, fatto costruire dal magistrato sannitico Numerius Trebius.

Fonte: sito web ufficiale del Parco Archeologico di Pompei

PALESTRA SANNITICA
Sul lato orientale del Foro Triangolare si apre la Palestra Sannitica, così chiamata perché la costruzione, come attestato da un’iscrizione di dedica, risale all’epoca pre-romana, quando Pompei era abitata da genti appartenenti al popolo dei Sanniti (II sec. a.C.). Il porticato di colonne in tufo, in origine, girava tutt’intorno al cortile centrale, ma nell’ambito di una ristrutturazione dell’adiacente tempio di Iside, il lato orientale fu demolito.

Al centro di un lato corto è il piedistallo dove si svolgevano le premiazioni e le cerimonie. Secondo il modello greco, la palestra serviva per l’allenamento di uomini e ragazzi. Nel cortile vi era una statua di marmo, ora al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, copia fedele di un’opera molto famosa, il c.d. “Doriforo” (“portatore di lancia”), realizzata da uno degli scultori greci più noti nel V sec. a.C., Policleto.

Fonte: sito web ufficiale del Parco Archeologico di Pompei

Casa dei Vettii, Pompei

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Aprile 30, 2020 by admin

La casa, tra le più ricche e famose di Pompei, è posta sotto la protezione di Priapo dio della prosperità, dipinto a destra della porta, che simboleggia la prosperità economica dei proprietari, i fratelli AulusVettiusRestitutuse AulusVettius Conviva, liberti, divenuti ricchi grazie al commercio.

Nella ristrutturazione di età augustea (I sec. a.C.) viene cambiato l’aspetto della casa rispetto allo schema tradizionale che caratterizza altre abitazioni come quelle del Fauno e di Sallustio, eliminando anche il tablinum, per ottenere più spazio per il grande giardino, ricco di statue con zampilli d’acqua, che costituisce il perno della dimora. Le stanze più riccamente decorate si affacciano sul peristilio, tra queste il salone con il fregio di Amorini che svolgono le principali attività produttive dell’epoca, dalla vendita del vino alla pulitura delle vesti, dalla coltivazione dei fiori alla vendemmia, dall’oreficeria alla creazione di profumi.

Nella zona della cucina è il larario dipinto; nella stanza adiacente, decorata con una serie di quadretti erotici, svolgeva la sua attività la prostituta Eutychis, schiava che si offriva per due assi, come racconta un graffito all’ingresso della casa.

Data di scavo: 1894-1895.

Fonte: sito web ufficiale del Parco Archeologico di Pompei

Terme del Foro_Pompei

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Aprile 30, 2020 by admin

Le Terme del Foro si trovano alle spalle del Tempio di Giove e risalgono agli anni immediatamente successivi la deduzione della colonia di veterani da parte del generale Silla (80 a.C.). Parte femminile e parte maschile disponevano di ingressi separati.

La sezione maschile presenta sequenza di apodyterium (spogliatoio), utilizzato anche come tepidarium (per i bagni di media temperatura), frigidarium (per il bagno freddo), calidarium (per il bagno caldo). Come molti edifici a Pompei, le terme subirono gravi danni durante il terremoto del 62 d.C. Lo stato attuale è in gran parte il risultato dei successivi lavori di restauro. Notevole la cura e l’impegno dedicati alla decorazione degli ambienti, come ad esempio le nicchie per riporre abiti e oggetti per il bagno decorate con figure maschili in terracotta (telamoni) e la volta con elaborati stucchi a rilievo dell’apodyterium-tepidarium. Nello stesso ambiente si può notare un grande braciere di bronzo che serviva per il riscaldamento.

La parte femminile, più piccola era in ristrutturazione al momento dell’eruzione. Più di 500 lucerne trovate nella zona d’ingresso della parte maschile dovevano servire per l’illuminazione durante le aperture serali.

Data di scavo: 1823-1824.

Fonte: sito web ufficiale del Parco Archeologico di Pompei

Foro Pompei

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Aprile 30, 2020 by admin

Il Foro Civile rappresenta il centro della vita quotidiana della città, su di esso si affacciano tutti i principali edifici pubblici per l’amministrazione della città e della giustizia, per la gestione degli affari, per le attività commerciali, come i mercati, oltre ai principali luoghi di culto cittadino.

La piazza del Foro aveva in origine l’aspetto di una semplice area aperta di forma più o meno regolare, in terra battuta, sul cui lato occidentale si apriva il Santuario di Apollomentre il lato orientale presentava una fila di botteghe. Il Foro venne profondamente modificato tra il III-II sec. a.C. quando la forma della piazza venne regolarizzata, circondata da portici e il fondo pavimentato in lastre di tufo. L’asse della piazza divenne la facciata del Tempio di Giove, posto in asse con il Vesuvio. All’inizio dell’età imperiale il Foro venne nuovamente pavimentato con lastre di travertino; alcune lastre, non più nella collocazione originaria, recano l’incavo per accogliere le lettere in bronzo appartenute a una grande iscrizione.

Gli scavi iniziati per volere di Maria Carolina Bonaparte fecero subito comprendere che l’area era stata esplorata e privata delle sue decorazioni già in antico.

Data di scavo: 1813.

Fonte: sito web del Parco Archeologico di Pompei

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